L' amore incondizionato esiste solo nelle favole

 

"Quello di amare senza aspettarsi nulla in cambio, è bello nelle favole. Ma nella vita reale, un amore maturo richiede un delicato equilibrio tra dare e ricevere, perché tutto ciò che non è reciproco, è tossico." - Bert Hellinger

L'amore incondizionato non esiste, non nel senso comune della sua comprensione. Chi ama per forza entra in attese e si aspetta dall’altro un certo tipo di COMPORTAMENTO, SCAMBIO, RITORNO DI BENE; persino i genitori danno amore e si aspettano che i figli ricambino con un sorriso, con un bel comportamento. Se dona solo chi ama e l’altro non ricambia, non è amore incondizionato, è ABUSO. “Solo la meretrice di Babilonia accetta qualsiasi cosa incondizionatamente e soddisfa tutti gli altrui piaceri per allontanarsi da Dio e perdere la sua anima.” 

Se amo veramente qualcuno, allora non cercherò di accettare tutti i suoi comportamenti che ritengo malvagi, danneggianti, dispettosi, o che vedo errati, ma farò di tutto per attirare la sua attenzione sull’importanza del tornare sulla retta via, quella delle buone azioni e dei buoni pensieri, non per facilitare i suoi capricci. Ma per sapere cosa è bene per il mio prossimo, devo prima essere io un’esempio d’autenticità, integrità, amore, umiltà e obbedienza alle leggi divine, alle leggi della vita, non alle leggi morali create dall’uomo. Solo così capirò quanto sia difficile portare avanti le proprie passioni e distaccarsi dal lato carnale e oscuro che attira e spinge verso azioni di libertinaggio, di sofferenza, d'intemperanza, ma anche quanto è meraviglioso l'amore sconfinato, la gioia e la saggezza che nasce dal cuore aperto ogni volta che non si giudica.

 Cercare di correggere e aiutare il prossimo non è giudicarlo, bensì è puro amore. Significa che ti amo a condizione che tu “modifichi un tale comportamento che crea malessere”, non che tu modifichi il tuo Essere. Sono due cose completamente diverse. Uno è l’essere e l’altro è come si esprime, atteggia e comporta in un dato momento.

Quando amiamo dobbiamo sospendere il nostro giudizio e qualsiasi comportamento deve essere accettato? Assolutamente NO. Quando vedi il tuo prossimo dirigersi verso l'abisso, lo lasci distruggersi nel suo cieco volere? Certo, in tali situazioni conta il contesto, il livello di fiducia tra le due persone, il tipo, la gravità e la consistenza dell'errore, ma la cosa più importante è che noi stessi non soffriamo dello stesso peccato, proiettandoci negli altri ciò che odiamo in noi stessi. 

Se affrontiamo qualcosa che non abbiamo mai vissuto, ma sentiamo che qualcosa non va, possiamo avvicinarci a quella persona e se è disposta al dialogo, cercare di capire le sue preoccupazioni. Ma possiamo facilmente sbagliarci e scusarci per il malinteso che è sorto. La mancanza di comunicazione e l'idea che ognuno debba vivere nella propria bolla dove nessuno ha accesso senza il nostro esplicito consenso anticipato porta a ciò che vediamo accadere oggi, un enorme spettro di deviazioni verso l'anormalità in cui vengono glorificati gli idoli mentali e umani, la promiscuità, la depravazione, l’atteggiamento del “faccio solo ciò che mi va, non ho impegni, non voglio obblighi” senza capire le conseguenze e senza prendersi le proprie ”responsabilità”.

Gesù diceva “Ama il prossimo” si, ma invitava ad odiare il peccato ovvero l’errore ripetuto che crea la sofferenza. Infatti a quelli che guarivano diceva: “vai e non peccare più”. Ecco perché chi ama e vuole il bene dell’altro difficilmente sta zitto, cerca di evitare la possibilità che l'errore si ripete e prova a spingere sempre l'altro a potere prendere coscienza di ciò che sta facendo e raddrizzarsi.


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